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L’osservatorio di Trieste distribuisce i dati del satellite Iue

Un grande archivio celeste accessibile anche on line
I NES non è un nome femminile ma è un acronimo che sta per «IUE Newly Extracted Spectra». Si tratta di un moderno sistema di distribuzione dei dati scientifici ottenuti dal satelli- te astronomico IUE. Il progetto INES, realizzato dall’Agenzia Spazia- le Europea (Esa), è gestito dall’Osser- vatorio Astronomico di Trieste.
Il
nuovo sistema contiene l’archi-
vio completo dei dati ottenuti da IUE ed è stato progettato in modo da esse- re particolarmente semplice nell’uso:
è possibile collegarsi via Internet per visualizzare direttamente i dati, stam- parli ed anche trasferirli sul proprio computer per un’analisi più accurata.
Il
satellite IUE (International Ul-
traviolet Explorer), progetto congiun- to dell’Esa e della Nasa, fu lanciato il 28 gennaio 1978 da Cape Canaveral. Si trattava di un telescopio orbitante di 45cm di diametro che operava nel- l’ultravioletto, a lunghezze d’onda non osservabili da Terra a causa della nostra atmosfera. Il satellite era in grado di seguire i corpi celesti senza interruzioni ed era controllato dalla base europea di Villafranca, in Spa- gna.
quasar, la materia inghiottita dai bu- chi neri e la morte di una stella. É sta- to questo telescopio orbitante che ha fornito il primo studio sistematico di una cometa seguita per quasi otto an- ni nel suo viaggio attraverso il sistema solare. Lo stesso satellite ha permes- so di misurare le dimensioni di un bu- co nero presente nel nucleo di una ga- lassia attiva ed è stato sempre questo satellite che ha osservato la magnifica supernova 1987A a pochi mesi dal- l’esplosione.
«E stato un programma veramente democratico - dice Margherita Hack - nel senso che le osservazioni erano aperte agli astronomi di tutti i Paesi, offrendo una grande opportu- nità anche ai ricercatori del Terzo Mondo che non disponevano di stru- menti adeguati».
IUE resterà nella storia dell’astro- nomia per la sua longevità e per l’enorme numero di spettri ultravio- letti raccolti. Durante la sua lunga av- ventura, il satellite ha ottenuto infatti più di centomila spettri appartenenti a ben 11.054 oggetti celesti tra i quali comete, pianeti, stelle, novae, galas- sie e quasar. Un’enorme quantità di dati, che fino ad oggi hanno già forni- to materiale per oltre 3.500 pubblica- zioni su riviste scientifiche internazio- nali e per oltre 500 tesi di dottorato in tutto il mondo.
L’archivio INES costituisce dun- que un enorme patrimonio, in gran parte ancora da sfruttare da parte del- la comunità scientifica mondiale.
Maria Grazia Franchini
I dati raccolti erano «spettri», cioè delle rappresentazioni grafiche delle radiazioni ultraviolette e non hanno il fascino immediato delle fotografie astronomiche (come ad esempio quel- le raccolte dal Telescopio Spaziale). Gli spettri forse dicono poco a prima vista, ma il messaggio in essi nascosto sfida ed affascina gli esperti di astrofi- sica. Grazie a IUE si sono potuti svela- re innumerevoli fenomeni cosmici, ~ in rete___________ come ad esempio le nubi attorno ai http://ines.oat.ts.astro.it